
A cura dell’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente si riportano le concentrazione dei valori delle PM10 registrati, con il sistema di rilevamento Ancler, a Frosinone, Anagni, Cassino e Sora, durante lo scorso mese di dicembre 2020.
La concentrazione ed il tempo di esposizione sono i valori significativi che correlano le PM alle malattie, molto di più degli sforamenti quotidiani che esprimono solo il superamento di un limite ma non quantificano le concentrazioni.
Nei grafici riportati i colori indicano la concentrazione secondo la legenda in basso a sinistra. Più sono scuri, più sono in alto e più sono pericolosi. All’interno delle aree colorate è riportata la percentuale del tempo di esposizione a quella concentrazione durante tutto il periodo di riferimento. Nella parte bassa, in tabella, il numero assoluto delle ore di esposizione alla concentrazione corrispondente alla linea.Le concentrazioni più elevate e maggiormente persistenti, come si evince dalla disposizione dei colori del grafico e dalle percentuali riportate, si registrano nella parte bassa del Capoluogo. Valori leggermente migliori a Cassino e Sora, discreti nella parte bassa di Anagni, decisamente meglio nei Centri Storici di Frosinone ed Anagni.
Sempre relativi a dicembre 2020 si riportano i valori delle PM2,5 rilevati nella seconda decade del mese in alcune zone del Capoluogo, risultati esageratamente elevati e critici. Il riferimento è al PM 2,5, piuttosto che al PM 10, perché il PM 2,5 è correlato con maggior precisione all’insorgenza delle malattie, come da indicazione degli studi della comunità scientifica internazionale.
Secondo la normativa per le PM 2,5 il valore limite ammesso in Europa è di 25 mcg/m3 quale media annua, di 10 mcg/m3 per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), con la precisazione che non è stato ancora identificato un valore al disotto del quale NON esista capacità patogenetica. La capacità patogenetica del PM 2,5 è concentrazione dipendente, più sono alti i valori maggiori i rischi di sviluppare malattie molto gravi e spesso mortali.
Risulta che nella parte bassa della città, per circa il 90% del tempo i cittadini sono stati esposti a valori oltre il limite consentito. Estremamente preoccupante che per oltre la metà del periodo si è respirato a concentrazioni di PM 2,5 superiori 10-20 volte a quelle ammesse dall’OMS.
Si è riportato questo istogramma a conferma di un inquinamento dell’aria molto grave, devastante per la salute. In una condizione di criticità ambientale quale quella di Frosinone si sta autorizzando la costruzione di un impianto insalubre di trattamento dei rifiuti: il biodigestore di immondizia della Maestrale, nei pressi del casello dell’autostrada a ridosso della città.
In una città, con l’inquinamento atmosferico tra i peggiori di Italia, desta grande apprensione e preoccupazione, per noi Medici, la scelta di realizzare un impianto che oltre a condire e rendere più deleterie con composti chimici azotati e solforati le terribili ed elevatissime polveri sottili, con una caldaia di 500 KW a gasolio, in funzione h 24 per 360 giorni e con i previsti diciotto autoarticolati al giorno, pronti ad intasare le strade cittadine pieni di immondizia maleodorante e rifiuti speciali di risulta, determinerà un incremento dell’inquinamento atmosferico ed odorigeno.
Purtroppo all’inquinamento è correlata la malattia, per questo come Medici vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica tutta e rivolgere un appello a coloro che quotidianamente invocano a gran voce misure di limitazione e riduzione degli inquinanti di ogni sorta, che si interrogano sui motivi e ricercano con zelo le cause di tanto inquinamento, che propongono su i social le più svariate soluzioni, che però al cospetto del biodigestore di immondizia della Maestrale si sono distratti o girati altrove.
Dott. Giovambattista Martino – coordinatore Associazione Medici
Autore: Giovambattista Martino
Fonte: Fonte: Associazione Medici per l’Ambiente 14/01/2021